La colazione è senza dubbio un pasto molto importante, sia per chi fa sport che per chi non pratica alcuna attività sportiva.
Lo sciatore non rappresenta l’eccezione a questa regola, anzi, gli esperti consigliano “ un robusto break fast, composto da tè o caffelatte, pane con miele o marmellata (evitare di spalmare burro, già abbondantemente impiegato nella cucina di montagna), un succo di frutta, eventualmente qualche cereale da versare nel latte.
Per quanto riguarda il pranzo, meglio non appesantirsi troppo, uno spuntino che comprenda, mezzo litro di acqua minerale, per reintegrare il sudore perso e un panino semplice con dell’affettato (tipo prosciutto) sarà più che sufficiente. In questo modo si torna a sciare senza i riflessi rallentati da una digestione laboriosa”.
Alla chiusura degli impianti, ci si può concedere una bevanda calda: un tè o un cappuccino, ma anche una cioccolata, magari con una fettina di torta.
Per cena. finalmente, si potrà cedere ai piaceri della tavola, a camosci in civet come a polente conce, inclusi uno-due bicchieri di vino. “In tutto, con un regime di questo tipo, se la cena non è esagerata, non ci si dovrebbe allontanare troppo da un’entrata di 2500-3000 calorie al giorno.
Considerato che in una giornata sulle piste, se non si rimane troppo a prendere il sole e si scia per 4-5 ore, non è difficile bruciare 4-5000 calorie, alla fine della settimana bianca ci si può ritrovare addirittura dimagriti o, se il peso è rimasto uguale, con un migliore rapporto tra massa magra, i muscoli e massa grassa.